I risultati degli esperimenti sugli animali possono fornire preziose informazioni per la nostra comprensione del morbo di Alzheimer e di possibili nuove forme di trattamento.
Nuove scoperte mostrano come gli esperimenti sugli animali possono fornire informazioni utili per comprendere l’Alzheimer e imparare come possiamo combattere meglio la malattia.
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Nuove scoperte mostrano come gli esperimenti sugli animali possono fornire informazioni utili per comprendere l’Alzheimer e imparare come possiamo combattere meglio la malattia.
In Norvegia, più di 100.000 persone vivono con il morbo di Alzheimer. L’Alzheimer danneggia il sistema nervoso centrale e altera la memoria, l’orientamento e il comportamento. La malattia diventa devastante una volta progredita e di solito porta le persone colpite a non essere in grado di gestire da sole le attività quotidiane. Ecco perché una migliore comprensione della malattia è così fondamentale.
Un gruppo di ricercatori hanno dimostrato che i risultati dei test sugli animali sono trasferibili all’uomo e questo dimostra quanto sia importante l’uso dell’animale per la ricerca.
Studi fatti sugli animali prima che sull’uomo diventano fondamentali oggigiorno sempre più.
In genere, negli esperimenti vengono utilizzati vari animali. Topi e ratti sono i più comuni, perché i lobi temporali mediali nel loro cervello sono simili a quelli degli esseri umani.
Gli studi preclinici attualmente non sono molto utilizzati nella ricerca sui farmaci per curare l’Alzheimer. La capacità di trasferire i risultati degli studi preclinici sull’uomo è stata limitata e anche le tecniche per farlo non si sono sviluppate in modo significativo negli ultimi anni.
Questo potrebbe essere il punto di svolta. Il gruppo di ricerca ha ottenuto buoni risultati utilizzando un nuovo metodo mostrando che i risultati degli esperimenti sugli animali possono offrire preziose informazioni sulla nostra comprensione del morbo di Alzheimer e di possibili nuove forme di trattamento.
Il gruppo di ricerca ha utilizzato topi geneticamente modificati con il morbo di Alzheimer nei loro esperimenti, descrive un nuovo metodo in cui possono prelevare campioni di liquido spinale dai ventricoli nel cervello dei topi geneticamente modificati.
I ricercatori hanno cercato sostanze o molecole in questi campioni fluidi che sono segni comuni dell’Alzheimer. Questi sono chiamati biomarcatori. L’amiloide-β (Aβ) e una proteina chiamata tau sono esempi di questi.
Misurando i biomarcatori allo stesso modo in cui vengono diagnosticati i pazienti umani con malattia di Alzheimer , hanno scoperto che i biomarcatori nel modello murino utilizzato mostravano somiglianze nella progressione della malattia con i biomarcatori trovati nei pazienti umani, questo modello è un buon punto di partenza prima di fare ulteriori studi sull’uomo.
Il metodo può essere utilizzato anche per misurare i cambiamenti a lungo termine in altre malattie che portano a livelli alterati di proteine nel liquido spinale, come le malattie che distruggono i neuroni nel cervello o in altre parti del sistema nervoso.
I risultati degli esperimenti sui topi possono quindi essere utilizzati per aiutarci a comprendere il decorso della malattia anche negli esseri umani.
Gli esperimenti sugli animali possono fornirci buone risposte a importanti domande.
E’ fondamentale che nel tempo si faccia sempre più attenzione alla cura e al benessere degli animali da stabulazione, recependo quanto stabilito dalla direttiva Europea 2010/63/UE.
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